“si” del Senato al Def: nero su bianco c’è scritto “non ce la passeremo bene”! #tiraccontolacrisi

Questo di seguito è il comunicato rilasciato dal Senato dopo la votazione del Documento di Economia e Finanza 2012. Quello che c’è scritto non è poi così incoraggiante. Il termine “recessione” non promette nulla di buono… però i conti pubblici sono salvi!

Un po’ come dire che l’Italia aveva un cancro e l’abbiamo salvata con la chemioterapia, ma tutti sanno quanto tristi siano le conseguenze di certe cure estreme… la metafora è macabra ma rende l’idea.  

Venerdì 27 aprile 2012
Con 170 voti favorevoli, 24 contrari e 4 astenuti, il Senato il 26 aprile ha approvato una risoluzione di maggioranza sul Documento di economia e finanza 2012 (doc. LVII n. 5), sul quale hanno riferito i sen. Tancredi e Pegorer. Nella seduta del 24 aprile la Commissione Bilancio aveva concluso l’esame del provvedimento, dopo il parere espresso dalle altre Commissioni.
Per il relatore, sen. Tancredi, lo spirito del Documento coglie sempre di più il senso della programmazione del DEF voluta in sede Ue. Tra l’altro, novità assoluta di questa edizione del Documento, è la quantificazione dell’impatto recessivo delle manovre varate prima dal Governo Berlusconi e poi dal Governo Monti nel corso del 2011. Il Governo, con il DEF, intende dimostrare come, nonostante il quadro di degrado dell’economia mondiale ed italiana, l’andamento dei conti pubblici rimarrà nel prossimo triennio all’interno delle prescrizioni previste in sede UE dai recenti Trattati. Secondo il DEF, in sostanza, i conti pubblici nei prossimi anni soddisferanno senza ulteriori interventi correttivi le regole di bilancio concordate a livello europeo.
Per il relatore, sen. Pegorer, senza il percorso intrapreso a partire dalla manovra correttiva del dicembre 2011 (per poi proseguire con la riforma previdenziale, la semplificazione e il ddl costituzionale sull’equilibrio di bilancio), “le prospettive del nostro Paese sarebbero state del tutto simili a quelle che stanno interessando la Grecia, con ricadute pesanti non soltanto per l’area euro, ma per l’intero contesto internazionale”. Lo stesso DEF ha riconosciuto infatti che l’iter intrapreso è stato “uno sprint realizzato con lo sforzo collettivo del Parlamento, delle parti sociali e di tutta la parte produttiva del Paese, oltre che del Governo”.

Sono sempre più convinto che se la gente leggesse di più quello che accade sui siti istituzionali capirebbe meglio cosa succede in Italia. Per esempio, volendo sintetizzare il testo qui sopra se ne deduce questo: “il paese deve stringere la cinghia e quello che costa di più è lo stato che mangia risorse, quindi ne riduciamo il peso tagliando spese e riducendo i debiti (con una ingente manovra tax-oriented). Ma questo togliere risorse dalle tasche degli italiani ci porterà in recessione perchè tutti investiranno e più in generale spenderanno di meno”.

Ora di fronte a questo bisogna domandarsi:

1) la riduzione del debito e del peso della spesa dello Stato poteva essere ridotta solo con una manovra come questa?

2) ora che ci siamo sacrificati (e continueremo a farlo) per salvare i conti pubblici, non sarebbe il caso di fare una manovra di incentivi alla crescita, allo sviluppo e all’innovazione del nostro Sistema Paese?

questo ci dovremmo chiedere ed essere propositivi… altrimenti continueremo a dare ragione a quel monologo di Giorgio Gaber secondo il quale, tutti gli uomini al bar sono grandi statisti, quelli che poi vengono eletti finiscono con l’essere statisti da bar!

Responsabilizziamoci please… e iniziamo ad essere cittadini attivi e critici in modo consapevole altrimenti dalla brutta situazione in cui siamo non ne usciremo vivi! A proposito, tornando alla metafora iniziale, ma il cancro del paese chi è? anche qui la risposta non è scontata…

Mario Melillo

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